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Sono visibili nella parte alta della Città i resti della Chiesa San Berardo, il cui campanile è il pastore della Fontamara descritta da Silone nell'omonimo romanzo; questa fu prima ex Santa Maria del Popolo o della Porta e la prima notizia certa della sua esistenza viene dalla bolla del Papa di Papa Lucio III del 1181.
Cominciò ad essere chiamata come oggi dal 1361, quando l'allora Vescovo dei Marsi, Monsignor Tommaso Pucci da Pescina, vi trasferì le spoglie del Santo dalla distrutta chiesa di Santa Sabina in Marruvium. Successivamente Mons. De Vecchis, nell'anno 1719, fece ristrutturare la vecchia chiesa, prosegui l'opera Mons. Barone che vi aggiunse la torre campanaria, l'altare nuovo dove fece sistemare le reliquie di S. Berardo. Nel 1739 Mons. Bolognese abbellì ulteriormente la chiesa che fu consacrata con pompa di feste da Mons. Bizi il 12 Maggio 1743. Subì danni dal terremoto del 1915, fu ristrutturata in parte e vi si ufficiò fino al 1954, quando l'allora parroco Don Nazzareno Baroni per ordine del genio civile d'Avezzano e d'intesa con la Soprintendenza delle Belle Arti d'Abruzzo, la demolì completamente; restò parte del recinto perimetrale e parte della torre campanaria.
Nel 1978, esaudendo le aspettative testamentarie di Ignazio Silone, che voleva essere seppellito sotto la torre di S. Berardo "con una croce appoggiata al muro e la vista del Fucino in lontananza", l'allora Amministrazione comunale predispose la tomba dello scrittore. In anni più recenti sono state rimosse le macerie di crollo dall'interno della Chiesa e oggi, restano visibili ed in buono stato di conservazione alcune parti basamentali in pietra e alcuni elementi decorativi.