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Oggi 4 ottobre 2018, sul Parco Regionale Sirente Velino "veglia" un protettore d'eccezione: San Francesco. Il "Poverello" di Assisi, "custode" dell'area protetta abruzzese, ha lasciato tracce indelebili nelle menti e nel territorio: 14 i monasteri dislocati nei Comuni del Parco. Il francescanesimo è presente nel territorio del parco Sirente Velino e la sua nomina a custode del parco, oltre all'altissimo valore simbolico, rappresenta anche un punto di partenza per sviluppare il turismo religioso legato alla presenza dei tanti monasteri dedicati a San Francesco d'Assisi e per la crescita socio-economica in queste aree tanto care al Poverello d'Assisi.
La leggenda racconta che San Francesco ebbe in dono dai Conti di Celano, che lo ospitarono nei castelli di Celano e di Gagliano Aterno, una chiesetta con annesso un terreno a Castelvecchio Subequo, dove lui fece edificare l'attuale convento. Fra Tommaso da Celano, il principale biografo del Santo, ha scritto la vita prima e seconda nonché il trattato dei miracoli di San Francesco, dal quale si evincono due miracoli, uno avvenuto a Celano e l'altro, quello più suggestivo e famoso, "il miracolo dell'acqua", a Gagliano Aterno. Dopo la morte del santo, i frati donarono ai benefattori Conti di Celano un'urna con il sangue di San Francesco, custodita nel convento di Castelvecchio. Il monastero è situato lungo la strada di accesso al paese dove si può ammirare la chiesa che rimane una delle prime testimonianze del francescanesimo in Abruzzo: conserva un aspetto medioevale, mentre la facciata è di stile barocco. All'interno del luogo di culto, intorno a ricchi altari rinascimentali e barocchi, spicca quello maggiore con un ciborio a forma di tempietto intagliato in legno di noce del XVII secolo.