Aspetti morfologici
e geologici
Il Parco Regionale Sirente Velino è
situato nellAppennino centrale, in Abruzzo,
ha unestensione di circa 60.000 ha, interamente
nella Provincia dellAquila. Il Parco si
colloca centralmente in unimportante rete
di aree protette, che occupa una cospicua porzione
degli Appennini. A nord troviamo il Parco Nazionale
del Gran Sasso e dei Monti della Laga che confina,
a sua volta con il Parco Nazionale dei Sibillini;
a est-sud-est il Parco Nazionale della Majella;
a sud il Parco Nazionale dAbruzzo e la sua
fascia di protezione esterna; a sud-ovest il Parco
Regionale dei Simbruini, che si trova nella Regione
Lazio; a ovest la Riserva Naturale Regionale delle
Montagne della Duchessa, nel Lazio; a nord-ovest
i Monti Reatini, che sebbene non sia unarea
protetta, è unarea di indubbi valori
naturalistici. Il Parco Regionale Sirente-Velino,
inoltre, ospita al suo interno la Riserva Naturale
Orientata del Monte Velino.
Queste aree protette sono collegate da una rete
di corridoi faunistici, cioè da un importante
sistema di aree che consentono il transito e il
movimento degli animali di grossa taglia da unarea
protetta allaltra. Il Parco Regionale Sirente
Velino è un elemento essenziale del Progetto
A.P.E. (Appennino Parco dEuropa), come punto
centrale di una grande zona di riqualificazione
e protezione ambientale.
Il Parco ospita due importanti gruppi montuosi:
il gruppo del Monte Velino e il gruppo del Monte
Sirente. Il primo, terza vetta appenninica (2486
m.s.l.m.), è caratterizzato da unorografia
modellata dagli eventi glaciali, con numerose
dorsali aperte a ventaglio sui piani carsici dalta
quota. La porzione meridionale del Massiccio del
Velino si presenta con zone quasi desertificate;
la ragione di questa mancanza di vegetazione deve
essere ricercata nella pratica di attività
connesse alla pastorizia, al tagli dei boschi
e al prosciugamento del Lago del Fucino (seconda
metà del XIX secolo) con tutte le alterazioni
climatiche che ha comportato: come, per esempio,
la determinazione di un clima più continentale.
Il secondo, che è alto 2348 m.s.l.m., è
caratterizzato da un grande piano calcareo la
cui sommità termina in una lunga cresta,
di circa 20 chilometri. Il massiccio si presenta
con due diversi versanti: quello di nord-est acclive
e ricco di valloni e canali, come Valle Lupara
e Valle Inserrata, meglio nota come Canalone Majori,
che scendono alle pendici dei piani carsici e
fanno da terrazzamento alla media Valle dellAterno
e, in parte, alla conca della Valle Subequana;
il versante di sud-ovest scende più dolcemente
con valli, vallette e prati verso il Fucino incontrando
la Valle dArano e le splendide Gole di Aielli-Celano.
I due massicci hanno esigui corsi dacqua
superficiali a causa della natura carsica e permeabile
dei loro suoli. Tra i due massicci si trovano
numerose conche intermontane, come la Valle dellAterno,
o piani carsici, come lAltopiano delle Rocche,
i Piani di Pezza, i Prati del Sirente e i Piani
di Iano. I massicci sono entrambi legati a fenomeni
geologici di linee di fratturazione. Nel Pliocene
le conche erano occupate da bacini, che si svuotarono
in seguito a fratture tettoniche e allapertura
di gole. La natura geologica dellarea è
principalmente carbonatica: con calcarei organogeni
del Cretaceo, potenti spessori dei detriti di
falda, molasse miocenica, i terreni recenti del
Quaternario sono, però, quelli che meglio
caratterizzano la struttura morfologica del territoriali
depositi alluvionali sono dovuti agli antichi
bacini idrici di origine glaciale, che in tempi
geologici diventarono piani dalta quota.
Sono inoltre molto evidenti i fenomeni legati
ai grandiosi eventi glaciali; che possono essere
spiegati come attività di modellamento
del paesaggio dovuta principalmente allazione
distruttiva delle rocce, e a quella costruttiva
(trasporto dei detriti morenici): La presenza
di numerosi massi erratici, depositi morenici,
circhi glaciali e la formazione delle caratteristiche
valli a "U". Il fenomeno carsico nel
Parco è, inoltre, testimoniato da grotte,
doline, inghiottitoi: di particolare interesse
turistico e biospeleologico sono le Grotte di
Stiffe, adiacenti ai confini del Parco: il Rio
Gamberale nasce a Vado Pezza, e dopo aver attraversato
lAltopiano delle Rocche, nei pressi dellabitato
di Terranera (frazione di Rocca di Mezzo), penetra
nel suolo nellinghiottitoio di Pozzo Caldaio
a 1253 m.s.l.m., per riaffiorare nelle Grotte
di Stiffe a 661 m.s.l.m., con un percorso ipogeo
di 2600 metri; allinterno delle grotte,
si possono osservare laghetti, cascate, alte anche
20 metri, oltre alle suggestive stalattiti e stalagmiti.
E sempre un torrente, il Foce, ad aver scavato
il canyon delle Gole di Aielli-Celano, che si
snodano dalla Valle dArano, nel Comune di
Ovindoli, verso la Piana del Fucino, con un percorso
di 5 chilometri e un dislivello di 600 metri,
con pareti ripide e alte anche decine di metri,
scavate e modellate dallerosione fluviale
del torrente nei calcarei mesozoici.
da:
Risorse naturali nel Parco Regionale Sirente-Velino
Sintesi: Archivio Documentazione Ente Parco
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